12. BREVE «SALVATORIS ET DOMINI» DI URBANO VIII

PARTE PRIMA SEZIONE PRIMA

EDIZIONE DEI DOCUMENTI PONTIFICI

Traduzione e note di
RENATO GASTALDI
e
COSTANZO CARGNONI

I FRATI CAPPUCCINI. Documenti e Testimonianze del Primo Secolo. A cura di COSTANZO CARGNONI. Roma 1982, 139-145.

12. BREVE «SALVATORIS ET DOMINI» DI URBANO VIII

Roma, 28 giugno 1627. – Ratifica il breve di Paolo V del 15 ottobre 1608, secondo il quale i cappuccini sono veri frati minori e figli di san Francesco la cui Regola osservano e con la quale concordano le loro costituzioni; viene spiegata la frase «nonostante non siano stati istituiti al tempo del beato Francesco» nel senso che i cappuccini traggono origine dalla genuina linea di san Francesco, mai interrotta, e perciò debbono da tutti essere considerati, ritenuti e giudicati veri e autentici frati dell’Ordine di san Francesco. Si minacciano pene contro i contestatori, e si dà il mandato esecutorio della presente costituzione.

Fonte: AGO, QA 236, n. 800, originale: QB, tre copie stampate. Cf. BC I, 77s; BR XIII, 562s.

75 Urbano VIII papa. A perpetuo ricordo del fatto.

1. Poiché quaggiù esercitiamo le veci, benché immeritevoli, del nostro Signore e Salvatore, che è amore e Dio della pace,[1] ci adoperiamo instancabilmente con particolare sollecitudine, fra le innumerevoli responsabilità del servizio apostolico, affinché i fedeli i quali, chiamati a servire Dio, si dedicano giorno e notte a prestargli ossequio, eliminate le critiche e le contestazioni di qualsiasi genere, offrano all’Altissimo i propri frutti con abbondanza, senza venire distratti da coloro, che pur essendo deputati a evangelizzare la pace e il bene,[2] non esitano a infrangere la pace, con scandalo dei deboli.

76 2. Già all’epoca del nostro caro predecessore Paolo V, di felice memoria, si metteva in dubbio da alcuni se i frati dell’Ordine stesso di san Francesco, detti cappuccini, siano veramente frati minori, ed inoltre, dal momento che professano la Regola di san Francesco, siano figli di san Francesco, non essendo stati istituiti al tempo di questo santo; ed ancora, se le costituzioni loro contengano qualcosa che ripugni alla Regola di san Francesco.

L’anzidetto nostro predecessore Paolo V dichiarò, con una sua costituzione, valida in perpetuo, che i frati cappuccini sono veri frati minori, ed aggiunse che, professando essi la Regola di san Francesco d’Assisi e concordando le loro costituzioni sia con le prescrizioni della Regola, sia con le dichiarazioni della stessa Regola contenute nella costituzione del nostro predecessore Clemente V, di felice memoria, emanata nel concilio di Vienne, e comincia con le parole: Exivi de Paradiso, sono figli di san Francesco, le cui costituzioni nulla contengono, inoltre, che non sia conforme alla Regola di san Francesco; e aggiunse pure su ciò un decreto invalidante, come appare chiaramente in tali lettere del predetto Paolo, nostro predecessore, emanate in questa materia in forma di «breve» in data 15 ottobre 1698[3] il contenuto delle quali intendiamo sia espresso in modo pieno e sufficiente mediante la presente lettera.

77 3. Poiché, come recentemente ci ha informati il diletto figlio Francesco da Genova,[4] procuratore generale dei predetti frati cappuccini, si pone in dubbio da parte di alcuni, sotto il pretesto di quelle parole: «Nonostante non siano stati istituiti al tempo del beato Francesco», che detti frati cappuccini traggano origine dalla genuina linea di san Francesco, mai interrotta, noi riteniamo cosa giusta e conforme alla ragione che coloro i quali si presentano, con la parola e con l’esempio, autentici imitatori di san Francesco, debbano ritenersi tali da tuti senza alcuna contestazione. Considerando quindi assai attentamente che l’origine, ossia l’inizio dei medesimi frati cappuccini dev’essere computato realmente e con efficacia dal tempo della primitiva e originaria istituzione della Regola serafica, la cui osservanza detti frati cappuccini hanno sempre continuato, senza alcuna interruzione, noi vogliamo provvedere, quanto ci è concesso dall’Alto, alla serenità dei medesimi frati cappuccini e accompagnarli con favori e grazie speciali.

78 4. Assolviamo perciò e dichiariamo assolte le loro singole persone, qualora ne fossero colpite e in ordine soltanto all’effetto delle presenti lettere, da qualsiasi scomunica, sospensione e interdetto e da qualsiasi altra sentenza ecclesiastica, censura, pena a iure o ab homine, inflitte in qualsiasi circostanza e per qualsivoglia causa. Inclinati (dunque) alle suppliche del predetto Francesco, procuratore generale di tutto l’Ordine degli stessi frati cappuccini, a noi presentate tramite i venerabili nostri cardinali di santa romana Chiesa preposti agli affari dei Regolari, discussa previamente, in proposito, la materia della presente costituzione, valida in perpetuo, decretiamo e dichiariamo, per autorità apostolica a tenore delle presenti lettere, che gli anzidetti frati cappuccini sono ver e autentici frati dell’Ordine di san Francesco

e osservanti della sua Regola, i quali hanno militato, e militano pure al presente, sotto la Regola del beato Francesco; come tali devono essere da tutti e dai singoli considerati, ritenuti e giudicati; e se accadrà che sopra ciò sia attentato qualcosa in contrario da qualcuno o da qualsiasi autorità, scientemente o per ignoranza, ciò dev’essere ritenuto invalido e inefficace.

79 5. Di conseguenza, con le presenti lettere commettiamo e ordiniamo a tutti e singoli i venerabili nostri fratelli patriarchi, arcivescovi, vescovi, e ai nostri diletti figli nunzii della Sede Apostolica di pubblicare in forma solenne, dove e quando sarà necessario, personalmente o tramite delegati, le presenti lettere e l’intero contenuto, ogni volta che ne saranno richiesti dai predetti frati cappuccini; e assistendoli con l’aiuto di una efficace difesa nelle materie anzidette, procurino, per nostra autorità, che essi fruiscano e godano pacificamente di tutte e singole le concessioni premesse, secondo il contenuto e il tenore delle presenti lettere.

6. Non permettano che sopra queste cose essi vengano in qualsiasi modo ingiustamente molestati da chicchessia, qualunque fosse la sua autorità; reprimano i contravventori di qualsiasi genere e i ribelli mediante sentenze, censure e pene ecclesiastiche ed altri opportuni rimedi giuridici; pospongano ogni appello, applichino le censure e le pene dovute mediante processi stabiliti in materia dalla legge, aggravando anche più volte e ricorrendo, se sarà il caso, al braccio secolare. Non sono di ostacolo alle premesse, costituzioni, ordinazioni apostoliche e qualunque altra cosa in contrario.

80 7. Disponiamo poi che alle trascrizioni delle presenti lettere, anche stampate, sottoscritte da un pubblico notaio e munite del sigillo di una persona ecclesiastica costituita in dignità, si presti la stessa fede, nei tribunali e fuori, che si darebbe alle presenti lettere, se fossero esibite o mostrate.

Dato a Roma presso S. Maria Maggiore, sotto l’anello del Pescatore, il 28 giugno 1627, nel quarto anno del nostro pontificato.


URBANUS PP. VIII

Ad perpetuam rei memoriam.

1. Salvatoris et Domini nostri, qui caritas est et Deus pacis, vices, licet immeriti, gerentes in terris, inter gravissimas multiplicesque apostolicae servitutis curas, in eam peculiari solicitudine lugiter incumbimus, ut christifideles, qui, in sortem Domini vocati, eius obsequis diu noctuque mancipati sunt, sublatis quibuslibet dubis et controversiis, Altissimo reddant abundanter fructus suos, nec ab iis, quorum est evangelizare pacem et bona, veritatem vero temere impugnando, pacem cum scandalo pusillorum scindere non verentur, a sua sancta vocatione distrahantur.

2. Alias siquidem a felicis recordationis Paulo papa V predecessore nostro accepto, a nonnullis in dubium revocari an fratres Ordins eiusdem sancti Francisci capuccini nuncupati, essent vere fratres minores, et etiam quoniam Regulam sancti Francisci profitentur, filii sancti Francisci, cum tempore sancti Francisci instituti non fuerint, pariterque an eorum constitutiones aliquid haberent quod Regulae sancti Francisci repugnaret.

Idem Paulus predecessor, sua perpetuo valitura constitutione, declaravit fratres capuccinos esse vere fratres minores, ac etiam quamvis tempore sancti Francisci minime instituti fuerint, cum tamen eius Regulam profiteantur atque eorum instituta congruant tam Regulae statutis quam eiusdem Regula declarationibus quae habentur in constitutione felicis recordationis Clementis papae V predecessoris nostri, in generali concilio Viennensi edita, quae incipit Exivi de paradiso, filios sancti Francisci, eorum praeterea constitutiones nihil continere quod non sit Regulae sancti Francisci praefatae consentaneum, irritanti etiam decreto desuper apposito, et alias prout in dicti Pauli predecessoris desuper in simili forma Brevis, sub die XV octobris M.D.C.VIII expeditis litteris, quarum tenores presentibus pro plene et sufficienter expressis habere volumus, plenius continetur.

3. Cum autem, sicut dilectus filius Franciscus Genuensis, eorundem fratrum capuccinorum procurator generalis, nobis nuper exponi fecit, pratext illorum verborum, videlicet: Quamquam tempore beati Francisci instituti non fuerint, a nonnullis in dubium revocetur an lidem fratres capuccini ex vera et numquam intermissa linea sancti Francisci originem, trahant nos aequum et rationi consonum fore censentes ut qui, verbo et exemplo, veros sese beati Francisci imitatores ostendunt, tales ab omnibus, absque ulla controversia, habeantur attentiusque considerantes eorundem fratrum capuccinorum originem seu principium illorum esse realiter et cum effectu computandum a tempore primaevae et originalis institutionis Regulae seraphicae, cuius observantiam ipsi fratres capuccini semper sine aliqua interruptione continuarunt.

4. Eorundem fratrum capuccinorum quieti, quantum nobis ex alto conceditur, consulere eosdemque fratres capuccinos specialibus favoribus et gratis

prosequi volentes, et eorum singulares personas a quibusvis excommunicationis, suspensionis et interdicti, alisque ecclesiasticis sententis, censuris et poenis a iure vel ab homine quavis occasione vel causa latis, si quibus quomodolibet innodatae exsistunt, ad effectum praesentium dumtaxat consequendum, harum serie absolventes et absolutas fore censentes, supplicationibus dicti Francisci procuratoris generalis totius Ordinis eorundem fratrum capuccinorum nomine, nobis super hoc humiliter porrectis, inclinati, re prius per venerabiles fratres nostros santae romanae Ecclesiae cardinales negotis regularium praepositos mature discussa, de eorundem cardinalium consilio hac nostra perpetuo valitura constitutione fratres capuccinos praefatos fuisse et esse ex vera et numquam interrupta linea ac veros et indubitatos fratres Ordinis sancti Francisci et illius Regulae observatores, subque ipsius beati Francisci Regula militasse et ad praesens quoque, militare, sicque a omnibus et singulis censeri ac reputari et iudicari debere, irritumque et inane, si secus super his a quoquam quavis auctoritate scienter vel ignoranter contigerit attentari, apostolica autoctoritate, tenore presentium, decernimus et declaramus.

5. Quocirca omnibus et singulis venerabilibus fratribus patriarchis, archiepiscopis, episcopis a dilectis filis nostris et Apostolicae Sedis nuntiis, per presentes committimus et mandamus quatenus ipsi per se, vel alium seu alios, presentes litteras et in eis contenta quaecumque, ubi et quando opus fuerit et quoties pro parte fratrum capuccinorum praefatorum fuerint requisiti, sollemniter publicantes illisque in praemissis efficacis defensionis presidio asistentes, faciant autoctoritate nostra eos praemissis omnibus et singulis, iuxta presentium continentiam et tenorem, pacifice fruit et gaudere.

6. Non permittentes eos desuper a quoguam quavis auctoritate quomodolibet indebite molestari. Contradictores quoslibet et rebelles per sententias, censuras et ponas ecclesiasticas aliaque opportuna iuris et facti remedia, appellatione postposita, compescendo legitimisque super his habendis servatis processibus censuras et pœnas ipsas, etiam iteratis vicibus aggravando, invocato etiam ad hoc, si opus fuerit, auxilio brachii saecularis. Non obstantibus praemissis ac constitutionibus, ordinationibus apostolicis ceterisque contrariis quibuscumque.

7. Volumus autem ut presentium transumptis, etiam impressis, manu alicuius notarii publici subscriptis et sigillo persona in dignitate ecclesiastica constitutae munitis, eadem prorsus fides in iudicio et extra adhibeatur, quae eisdem presentibus adhiberetur si forent exhibitae vel ostensae.

Datum Romae apud Sanctam Mariam Maiorem, sub annulo Piscatoris die XXVIII iunii MDCXXVII, pontificatus nostri anno quarto.

  1. Reminiscenze di 1 Gv,8.16; e di molte citazioni paoline, ad esempio: Rm 15,33; 1 Cor 14,33; 2 Cor 13,11; Fil 4,9 ecc.
  2. Reminiscenza di Rm 10,15 che cita Is 52,7.
  3. Cf. sopra, in corrispondenza alle note 100 e 124.
  4. Circa Francesco Di Negro da Genova († 1650) cf. Lexicon cap., 634s.