7. BREVE «CUM DILECTUS FILIUS» DI PIO V

PARTE PRIMA SEZIONE PRIMA

EDIZIONE DEI DOCUMENTI PONTIFICI

Traduzione e note di
RENATO GASTALDI
e
COSTANZO CARGNONI

I FRATI CAPPUCCINI. Documenti e Testimonianze del Primo Secolo. A cura di COSTANZO CARGNONI. Roma 1982, 113-117.

7. BREVE «CUM DILECTUS FILIUS» DI PIO V

Roma, 10 marzo 1571. – Al padre Anselmo da Pietramolara, guardiano dei cappuccini destinati al servizio della flotta pontificia pronta per la battaglia di Lepanto contro i turchi, vengono concesse, a lui e ai suoi soci, amplissime facoltà e privilegi per compiere il sacro ministero in beneficio dei combattenti, nonché privilegi e grazie a tutti e singoli i fedeli della flotta; i predetti religiosi sono autorizzati a raccogliere elemosine per il servizio dei malati, da amministrarsi da un sindaco o procuratore; si raccomanda agli stessi frati di osservare in tutto la Regola e di obbedire in tutto al loro vicario generale.

Fonte: Edito in AC I, 711-713; BC I, 335 e III, 155. Cf. supra, nota 69.

53 Il papa Pio V, a perpetuo ricordo del fatto.

1. Il diletto figlio vicario generale dei frati dell’Ordine di san Francesco, detti cappuccini, ha designato, per nostro incarico, (il figlio diletto) Anselmo da Pietramolara e alcuni frati dello stesso Ordine, da destinarsi alla flotta dei cristiani che si sta allestendo contro gl’infedeli, perché provvedano all’amministrazione dei sacramenti, all’assistenza degli infermi, ad accendere in tutti, con l’esempio e con esortazioni, l’amore e il timore di Dio, ad animare i soldati a battersi coraggiosamente per la fede di Cristo; e ha preposto lo stesso Anselmo ai predetti frati come guardiano, con la facoltà di scegliere, fra gli stessi frati cappuccini, un suo sostituto e altri soci.

54 2. Noi, ritenendo necessario che siano attribuiti i privilegi e le facoltà sottoelencate affinché lo stesso Anselmo e i suoi frati possano adempire ed attuare meglio il compito a cui sono destinati, concediamo e accordiamo, motu proprio e per nostra scienza certa in virtù delle presenti lettere, al predetto Anselmo, guardiano, ai suoi successori, ai predetti frati, a lui affidati attualmente e in seguito: di ascoltare le confessioni di tutti i singoli componenti la flotta predetta, sia in mare sia in altro luogo qualsiasi; di assolverli, nel solo foro interno e assegnata una salutare penitenza, da tutti i peccati e dalle censure ecclesiastiche, comprese quelle contenute nella bolla solita a leggersi «in Coena Domini»; di commutare i loro voti in altre opere di pietà, eccettuati i voti di castità e di abbracciare lo stato religioso; di amministrare i sacramenti della santissima Eucarestia e dell’unzione dei malati a tutti e singoli i fedeli della predetta flotta cristiana, o piuttosto delle forze militari e dell’esercito in procinto di combattere contro i turchi e gl’infedeli, e parimenti di celebrare la santa messa, con riverenza e decoro, sopra l’altare portatile, in un locale chiuso e protetto dai venti, sulla terraferma.

55 (Concediamo) poi a tutti e singoli i fedeli della flotta e delle forze militari anzidette, di scegliersi sia uno di tali frati, sia altro sacerdote approvato, perché riceva le loro confessioni e li assolva da tutti i peccati, trasgressioni, delitti, censure e pene ecclesiastiche, anche se, come premesso, riservate. Concediamo inoltre a detti frati, se sarà necessario per le necessità degli infermi, affinché possano soccorrere meglio gli ammalati, di chiedere elemosine sia nell’esercito sia altrove; ricevendole, tuttavia, per mano di un sindaco e procuratore, che designerà e assegnerà il commissario apostolico; e da impiegarsi per le necessità degli infermi; in modo che detti frati non ricevano siffatte elemosine, né le amministrino se non in quanto lo permette la loro Regola e sarà loro ordinato o concesso mediante tale procuratore.

56 In virtù delle presenti lettere concediamo ancora a ciascuno dei detti frati la facoltà e il potere, ognuno nella propria trireme, squadra navale o schiera a lui assegnata, ogniqualvolta si verrà alle armi contro gl’infedeli sia in mare che in terraferma, di impartire per autorità apostolica in nome nostro la benedizione ai fedeli combattenti.

57 Autorizziamo inoltre i predetti frati ad annunciare e a dichiarare da parte nostra, a tutti e singoli i fedeli della flotta e dell’armata anzidetta, la prima volta che, confessati e contriti riceveranno l’Eucarestia, la concessione dell’indulgenza plenaria e della remissione di tutti i loro peccati se militano gratuitamente; di dieci anni e altrettante quarantene se sono stipendiati; a tutti poi, stipendiati e non stipendiati, e alle altre persone di tale flotta, confessatisi altre volte, pentiti e comunicati, dell’ indulgenza di cinque anni e altrettante quarantene; a chi versa in articulo mortis e a chi muore in detta spedizione, in combattimento o in battaglia, se pentito, anche l’indulgenza plenaria.

58 A tutti coloro, infine, che interverranno devotamente alla messa, alle prediche e ai discorsi tenuti dai predetti frati, alle preghiere sia del mattino e della sera, secondo quanto da essi verrà stabilito, noi, presenti mediante i medesimi (frati), concediamo ed elargiamo l’indulgenza di quaranta giorni, per la misericordia di Dio onnipotente e confidando nell’autorità dei beati apostoli Pietro e Paolo.

3. Affinché tali frati, mentre si adoperano nel giovare agli altri, non subiscano danno essi medesimi e giovino meno, di conseguenza, agli altri, comandiamo di osservare in tutto la propria Regola, e di essere sottomessi e obbedire umilmente al vicario generale, in tutte e singole le disposizioni che saranno loro imposte e ordinate da lui.

4. Non sono di impedimento costituzioni e ordinazioni apostoliche, né qualsiasi altro provvedimento contrario.

Dato a Roma, presso S. Pietro, sotto l’anello del Pescatore, il 10 marzo 1571, anno sesto del nostro pontificato.


PIUS PP. V

Ad futuram rei memoriam.

1. Cum dilectus filius, vicarius generalis fratrum Ordinis sancti Francisci capuccinorum nuncupatorum, mandato nostro, dilectum etiam filium Anselmum de Petramolaria, et aliquos alios ex fratribus eiusdem Ordinis elegerit, mittendos ad classem christianorum quae contra infideles paratur, ut ibi sacra ministrare, aegrotantium curam gerere, omnes monitis et exemplis ad Dei timorem et amorem accendere, militesque ad viriliter pro Christi fide dimicandum animare studeant: et eundem Anselmum dictis fratribus in guardianum praefecerit, cum potestate alium sibi substituendi et alios ex ipsis fratribus capuccinis socios secum assumendi seu deligendi.

2. Nos, ut ipse Anselmus et fratres, ea ad que mittuntur, melius exsequi et adimplere possint, speciales et infrascriptas facultates et privilegia eis impertienda esse censentes, motu proprio et ex certa nostra scientia eidem Anselmo guardiano eiusque sucessoribus, ac sociis assignatis et assignandis praefatis:

quod omnium et singulorum de classe praefata, tam un mari quam alibi constitutorum, confessiones audire, eosque ab omnibus peccatis et censuris ecclesiasticis et casibus quomodolibet reservatis, etiam in bulla, in die Cenae Domini legi consueta, contentis, in foro conscientiae tantum, iniucta salutari paenitentia absolvere; necnon eorum vota quaecumque, castitatis et religionis votis dumtaxat exceptis, in alia pietatis opera commutare, ac omnibus et singulis christifidelibus de praefata classe christiana seu de copiis et exercitu contra Turcas et infideles pugnaturis, sanctissimae Eucaristiae et Extrema Unctionis sacramenta ministrare; necnon missas super altare portatili in loco clauso et a ventis tuto, in terra cum reverentia et honore celebrare;

omnibus vero et singulis fidelibus de classe et copiis praefatis, ut sibi aliquem tam ex dictis fratribus, quam alium sacerdotem approbatum eligere, qui possit eorum confessiones audire eosque ab omnibus peccatis, excessibus, delictis, censuris et poenis ecclesiasticis, etiam, ut praemittitur, reservatis absolvere; praeterea, ut plenius agrotantibus fratres praefati satisfacere possint, ut ipsi fratres (si opus fuerit, pro ipsorum agrotantium necessitatibus) in classe et alibi elee-mosynas petere, per syndicum tamen seu procuratorem aliquem, a commissario apostolico assignandum seu deputandum recipiendas, et in infirmorum necessitatibus expendendas; ita quod ipsi fratres nec elemosynas huiusmodi recipiant nec administrent, nisi quatenus eorum Regula permittit et per procuratorem praefatum fuerit eis mandatum sive concessum.

Quodque fratres praefati, quandocumque ventum fuerit ad arma contra infideles, sive in mari, sive in terra, quilibet eorum in ea triremi, vel in acie seu agmine, cui assignatus fuerit, fidelibus et pugnantibus nomine nostro, benedic tionem impendere respective possint et valeant, auctoritate apostolica, tenore praesentium facultate concedimus et potestatem.

Insuper omnibus et singulis fidelibus de classe et copiis praedictis, videlicet qui gratis militaverint, pro prima vice, qua confessi et contriti sanctissimam Eucharistiam sumpserint, plenariam omnium et singulorum peccatorum indulgentiam et remissionem; qui vero stipendiati fuerint et eandem sacratissimam Eucharistiam (ut praefertur) prima vice sumpserit, decem annorum et totidem quadragenarum indulgentiam; omnibus autem et singulis stipendiatis et non stipendiatis, et aliis personis dictae classis, aliis vocibus confessis et contritis, ac communicatis, quinque annorum et totidem quadragenarum indulgentiam, et in articulo mortis constitutis atque in praefata expeditione vel pugna seu praeliis morientibus, contritis tamen, plenariam quoque indulgentiam, quam idem fratres a nobis concessam esse, pronunciare et predicare possint.

Item omnibus qui missae vel sermonibus seu concionibus praefatorum fratrum aut orationibus matutinis ac vespertinis horis habendis, prout a praefatis fratribus fuerit ordinatum, devote interfuerint, indulgentiam quadraginta die rum de omnipotentis Dei misericordia ac beatorum Petri e Pauli apostolorum eius auctoritate confisi, per easdem presentes concedimus et elargimur.

3. Ne autem fratres praedicti, dum alis preesse student, sibi detrimentum faciant, aliisque minus prosint, eis mandamus ut in omnibus propriam Regulam observent, necnon vicario generali in omnibus et singulis quae ab eo illis ordinata et praecepta fuerint, pareant et humiliter oboediant.

4. Non obstantibus constitutionibus et ordinationibus apostolicis ceterisque contrariis quibuscumque.

Datum Romae apud Sanctum Petrum, sub annulo Piscatoris, die X marti MDLXXI, pontificatus nostri anno sexto.